Scoprire e dar sfogo alla propria creatività, realizzare le proprie idee, indossare un capo esclusivo, fatto da noi e per noi, risparmiare, e perché no, trovare lavoro. Questi sono solo alcuni dei motivi per capire quanto potrebbe essere importante e rimunerativo imparare l’antica arte sartoriale. Alfonsina Marinelli, titolare di Ago e Fantasia, ci insegnerà come idee e passione possono prendere forma, fino a diventare arte e lavoro, attraverso i suoi corsi di sartoria, di cucito creativo, di modellista e tanti altri.

 


ago e fantasiaLa prima curiosità, che spontaneamente mi viene da soddisfare, è sapere quando ha iniziato a cucire. Qual è l’origine di questa sua passione?

La mia mamma, come mia nonna e mia bisnonna, era una sarta. Anzi, lei aveva frequentato, presso la prestigiosa scuola “Ida Ferri”di Roma, i corsi per stilista, oltre a quelli per sartoria.
Di conseguenza io ho cominciato a cucire quando mamma, per farmi star tranquilla, mi ha dato i primi i ritagli di stoffa, per vestire la bambola. Avevo forse 4 anni.

Cosa vuol dire oggi fare la sarta? Come si sposano antichi mestieri e società attuale? E’ cambiato qualcosa negli anni?

Dopo anni di appiattimento creativo, in cui tutti ci siamo vestiti come in “uniforme”, seppur firmata, sembra che si stia riscoprendo il piacere di indossare abiti che ci calzino meglio, e non solo fisicamente.

Abbiamo riscoperto il valore del lavoro ben fatto, personale come tutte le cose create e realizzate da un artigiano. Soprattutto in questi ultimi anni si è riscoperto il piacere e la convenienza economica di “saper fare”.


Le statistiche sulla disoccupazione oggi sono allarmanti. Tuttavia, sembra che nel settore sartoriale sia difficile trovare personale. Mi conferma questo dato?


È difficile trovare modellisti, premiere e sarti perché per decenni non sono stati preparati i nuovi operatori. La sartoria, come altre preziose professioni artigianali, si è quasi estinta, perché nessuno ha più voluto dedicare tempo ed impegno all’apprendistato di una attività così impegnativa ma apparentemente modesta.

L’artigianato potrebbero dunque essere una buona soluzione per fronteggiare la crisi?

In questo periodo, come in tutti i periodi difficili della nostra Storia, la capacità di rimboccarsi le maniche e darsi da fare è l’arma vincente e l’unica via d’uscita da una situazione difficile. Adesso che ci sarebbe la possibilità di sfruttare questa nuova possibilità di lavoro, mancano i maestri artigiani, i piccoli laboratori, che erano le vere scuole e in cui i ragazzi cominciavano ad imparare dai primi, elementari passi. Ora, a giudicare dalla testimonianza di alcuni miei allievi, l’offerta di insegnamento è quasi totalmente rappresentata da “accademie di moda”che non tengono conto della scarsa preparazione di base degli aspiranti allievi e dei traguardi che si pongono. Un’altra componente che rende difficile la rinascita dell’artigianato è la scarsa disponibilità e umiltà di cominciare ad imparare anche attraverso operazioni ritenute “minori”.

Non si può scrivere, senza aver allenato la manualità con le aste ed i cerchi dei primi anni di scuola.
Non si possono scrivere sinfonie, se si ignorano le note musicali.

E, quindi, imparare l’antica arte sartoriale potrebbe essere un buon investimento?

Si, ne è l’esempio l’evoluzione di alcune mie allieve, che avevano frequentato il corso a livello amatoriale ed hanno poi messo a profitto quello che hanno imparato, hanno approfondito le conoscenze nel campo e si sono viste aprire una nuova strada.

Naturalmente i tempi sono cambiati; la tecnica viene in aiuto al lavoro di sartoria; nuovi materiali e soluzioni rendono più veloci ma altrettanto accurate certe operazioni. L’unica cosa a cui non si deve rinunciare è la cura dei particolari e il buon taglio, patrimonio esclusivo dell’operatore artigianale.
La figura centrale ed insostituibile nel lavoro di sartoria è la “premiere”, colei che esamina il figurino dello stilista, disegna il cartamodello, realizza il prototipo del capo, redige le istruzioni per la confezione. Questa figura è insostituibile anche per la confezione in serie o il Pret-a-Porter. Soltanto alla fine del lavoro della Premiere, il cartamodello potrà essere affidato agli operatori CAD e alle operatrici sartoriali.

Lei ha una lunga esperienza, come vede il futuro della sartoria “made in Italy”?

Il” Made in Italy” si è sempre basa sulle capacità artigianali, sulla cura nella realizzazione e sui buoni materiali dei produttori italiani. Per questo il “Made in Italy” sarà sempre vivace. Se riusciremo a resistere alla tentazione di abbassare i nostri standard, per competere con invasive produzioni, più economiche ma più effimere.

Perché scegliere un corso di cucito?

Per avere il piacere di scoprire la propria creatività; la capacità di realizzare le proprie idee; di saper fare cose belle per la casa e la famiglia; di indossare un capo esclusivo, fatto da noi e per noi; per risparmiare; per saper riconoscere e valutare la buona fattura di ciò che si acquista.

Infine scoprire che la passione può diventare una professione (perché no?).

A chi sono rivolti i suoi corsi?

A tutti coloro che vogliono scoprire o riscoprire il cucito; come mezzo per mettere in pratica i loro progetti.

A chi non è mai riuscita a farsi insegnare a cucire da una mamma sarta, ma con poca pazienza.
A chi è stanca di non saper fare un orlo, attaccare un bottone o mettere una toppa sul jeans del bimbo vivace.
A chi vuole approfondire le proprie conoscenze e perfezionarsi sempre di più.

Quali sbocchi professionali possono offrire i suoi corsi?

Collaborazioni con boutique e negozi di abbigliamento, per orli e piccole modifiche ai capi nuovi.

Offrire servizi rapidi di sartoria e cucito (orli, modifiche, riparazioni,…).
Confezionamento di tende e altri oggetti per l’arredamento della casa.
Collaborazioni con laboratori di sartoria, stilisti e creatori di moda, per la preparazione di sfilate e/o campionari.
Sartoria su misura.
Realizzazione di cartamodelli.
…e spingere a crescere sempre di più.

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Recensioni

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Soddisfatto
scritto da , il 05/02/2016
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